Quattro racconti, quattro storie di bambini e adolescenti vissuti in Ucraina, Ungheria Polonia Italia tra il 1942 e il 1946 per raccontare la Shoah, le leggi razziali, le persecuzioni, le deportazioni. Storie che cercano di restituire, attraverso un continuo dialogo tra le parole dell’autore e protagonista, Fabrizio Saccomanno e il violoncello del maestro Redi Hasa, le sensazioni e i pensieri di chi in quel momento viveva una storia che non poteva essere raccontata. Questo è Shoah, frammenti di una ballata, lo spettacolo, che nella settimana tra il 25 gennaio e il 1 febbraio scorsi, in occasione della ” Giornata della memoria – La Puglia per la Shoah” , ha visto 17 repliche alle quali hanno assistito 6000 studenti di 80 scuole pugliesi. Storie che narrano, integrando azione drammatica, immagini, racconto storico e sentimenti personali , l’esperienza dei tanti orfani abbandonati a loro stessi dopo la deportazione dei genitori, la vita nel ghetto elemosinando un pezzo di pane e qualche patata, la drammatica esperienza del lager dove arrivavano con i loro giocattoli in mano, il ricordo degli orrori che ha segnato per sempre la loro vita chiusi nel proprio silenzio consapevoli che non ci sono parole per raccontare la Shoah. “Parlare della Shoah ci pone di fronte al limite delle nostre parole e allo sforzo vano di una possibile comprensione” racconta Fabrizio Saccomanno. “La Shoah è indicibile. Ogni volta che ci accostiamo a questa storia ci rifugiamo nell’iperbolico, nell’ eccezionale. Le parole si fanno esagerate, si ammantano di retorica. Siamo esseri fragili e alle volte recintiamo di parole le grandi catastrofi per proteggerci da essa, diceva Appelfeld. Meglio sarebbe il silenzio, una pietra su una tomba, un fiore gettato in terra, una musica nell’aria, una danza. Ma di questa storia è bene parlarne, ce lo siamo detto più volte perché riguarda il nostro passato quanto il nostro futuro. Dopo aver letto numerose testimonianze ed essermi nutrito di libri scritti da autori eccezionali cerco di restituire qualcosa. Quattro piccoli racconti con andamento sincopato e a tratti stralunato. Sembrano incubi e forse lo sono per davvero. Sono voci di bambini e adolescenti che non capivano quello che stavano vivendo e provano a raccontarlo senza cercare redenzione”.
(www.fabriziosaccomanno.it, urateatro@gmail.com )
Lo spettacolo andrà in scena giovedì 11 febbraio alle ore 20.00 al Teatro Comunale di via Paisiello a Ruffano ( Le) , nell’ambito della rassegna teatrale organizzata dall’associazione Odv Kairòs.
Info e prenotazioni: info@odvkairos.it www.odvkairos.it , Tel . 328 2233833